SARRI LAZIO ROMA CONFERENZA - Queste le parole di Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del derby contro la Roma.
“Con una buona prestazione abbiamo più possibilità di fare risultato. Troviamo una squadra forte e questo ci porta ancora di più con la testa sulla partita. Però è un derby, una delle partite più importanti d’Europa: è un onore giocarla. Penso che tutti da bambini si sognava di poterla giocare. Ci siamo, giochiamola!”.
“Partita di Milano ha lasciato qualche scoria? Plausibile. La squadra aveva fatto bene prima, poi si è trovata in difficoltà. Però è normale perdere delle partite: le reazioni ci devono essere. La squadra non è spenta durante gli allenamenti, lavora bene: c’è qualcosa che ci impedisce di esprimerci al 100%, anche dal punto di vista tecnico. Quindi, dobbiamo migliorare in tutto. Non è la play station, questo è calcio vero: ci sta che ora i giocatori siano più preoccupati dai movimenti da fare”.
“I ragazzi devono avere consapevolezza: la Lazio in questo campionato è stata cinque volte sotto e ha fatto otto punti. Questo vuol dire che qualche notevole pregio c’è. E poi dico due-tre numeri: la Lazio l’anno scorso aveva una media di 8,9 punti ogni 5 partite, ora ne ha fatti 8. L’anno scorso prendeva 7,2 gol ogni 5 partite, ora ne ha presi 7 giocando con un difensore in meno. L’anno scorso faceva 8 gol ogni 5 partite di media, ora siamo a 12. Tutto questo negativismo che sento aleggiare intorno a noi mi sembra eccessivo. La squadra deve avere la consapevolezza di avere già qualche dote”.
“Luis Alberto può attraversare come tutti un paio di partite sotto tono, ma se c’è un giocatore adatto al mio modo di giocare penso sia lui. Poi la fase difensiva viene chiesta a tutti, come negli anni passati credo”.
“Sinceramente non faccio scelte in relazione all’avversario: non rientra nelle mie caratteristiche. Non sono uno che lavora da partita a partita, ma uno che lavora sula strategia della mia squadra”.
“Secondo me devono giocare più vicino a Immobile. Troppo spesso vogliono la palla addosso e ciò li porta a essere raddoppiati: si devono muovere senza e andarla a prendere negli spazi. Pedro ha qualcosa in più nell’attacco alla profondità. Felipe Anderson ha doti straordinarie: difficilmente ho allenato un giocatore potenzialmente così forte. Deve crescere a livello di condizione perché potrebbe essere un craque a livello internazionale”.
“Questa partita mi intriga tantissimo e dare una soddisfazione al popolo laziale sarebbe grandioso. Quello che sbagliano i giornalisti è pensare però che la pressione mediatica corrisponda alla pressione interna. Io la partita in cui ho sentito più pressione è stata un Sangiovannese-Montevarchi in Serie C, una rivalità centenaria anche con qualche morto nel dopoguerra, da come mi hanno detto”.
“Io lo spero, ma guardare le esperienze passate è un errore. Ogni ambiente, ogni squadra ha certe caratteristiche e quindi le evoluzioni che può avere una compagine non sono replicabili e controllabili. Gli aspetti che incidono sono migliaia, di cui solo una decina sotto il controllo dell’allenatore. Io spero, quindi, che la scintilla scatti stasera: domani può essere tardi”.